La Camera dei Deputati ha approvato l’abolizione dell’articolo 323 del codice penale che disciplina l’abuso d’ufficio.
La Camera dei Deputati ha approvato con 170 voti a favore e 77 contrari l’articolo 1 del disegno di legge presentato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che abroga l’articolo 323 del codice penale, eliminando così il reato di abuso d’ufficio. Il provvedimento, che ha caratterizzato l’attività del governo Meloni sul tema della Giustizia, sarà sottoposto a voto definitivo martedì prossimo. La decisione ha suscitato reazioni contrastanti e preoccupazioni da parte della magistratura.
Reazioni della magistratura
Il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), Giuseppe Santalucia, ha manifestato una forte critica nei confronti della riforma. Durante un convegno sul PNRR a Roma, Santalucia ha sottolineato come l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio rappresenti un grave vuoto nelle tutele giuridiche. “La scelta di eliminare questo reato è infelice,” ha dichiarato Santalucia. Ha inoltre evidenziato che il governo, consapevole delle conseguenze, ha introdotto un nuovo reato, il peculato per distrazione, tramite decreto legge per colmare i vuoti normativi creati.
Secondo Santalucia, il sistema giuridico italiano rischia di diventare inefficace senza il reato di abuso d’ufficio, un punto cruciale per la tutela contro gli abusi di potere da parte dei pubblici ufficiali. “Non si può abrogare una norma così importante senza conseguenze,” ha affermato. “Era meglio non toccare nulla.”
L’abuso d’ufficio: cos’era e cosa cambia
L’articolo 323 del codice penale, ormai destinato a essere abrogato, definiva l’abuso d’ufficio come il reato commesso da un pubblico ufficiale che, nell’esercizio delle sue funzioni, abusava del suo potere per ottenere un vantaggio personale o per arrecare un danno ingiusto ad altri. Questo reato mirava a prevenire e punire comportamenti illeciti dei pubblici funzionari, garantendo trasparenza e legalità nella gestione della cosa pubblica.
Con la soppressione di questo reato, si teme un incremento degli abusi di potere non adeguatamente sanzionati. Il nuovo reato di peculato per distrazione, introdotto per colmare parzialmente il vuoto normativo, non sembra fornire le stesse garanzie e tutele. La decisione della Camera dei Deputati rappresenta dunque un punto di svolta controverso e di grande rilevanza nel panorama giuridico italiano, con conseguenze che saranno monitorate attentamente nei prossimi mesi.